Nell’ultimo anno ho letto molti articoli su come ‘essere un viaggiatore e non un turista’ o ‘come non essere un turista’ e titoli ancora più degni di nota come ‘Cosa ti rende un viaggiatore e non un turista? ‘. Sono sicuro che anche tu avrai visto tanti articoli di questi tipo. Devo dire che ho un piccolo problema nel fare riferimento a questi due termini l’uno contro l’altro, non perché uno dei due abbia una connatazione negativa, ma perché implica che esiste una gerarchia nel modo in cui “consumiamo” i viaggi.
Avere un’identità…
Sembra che ci sia stato uno sforzo consapevole per alcune persone di identificarsi totalmente come viaggiatori e dissociarsi dall’identità di essere turisti. Nel complesso, non ho problemi con le persone che si identificano come meglio credono. Diamine, anch’io probabilmente (non, ne sono certo) mi sono aggrappato a una certa “identità” crescendo, ma se devo essere onesto l’intero dibattito sul “viaggiatore/turista” mi infastidisce e voglio dirti perché.
Snobismo di viaggio…
Quello che non mi piace particolarmente è che questi “difensori dei viaggiatori” sembrano spingere sul fatto che se gli altri non rientrano in una strana serie di regole dell’essere un viaggiatore, diventi un paria sociale – o peggio, un turista! Molti degli articoli che ho letto sull'”essere viaggiatore” sembrano ridicolizzare e sminuire l’idea di essere un turista, che in realtà non è altro che snobismo di un contesto in cui tutti possiamo goderci e consumare il viaggio, anche se in modo leggermente diverso. Molti sostenitori dei viaggiatori dicono come vanno “fuori dai sentieri battuti” o come scelgono di immergersi nella cultura locale o interagire con la gente del posto – questo può essere il caso, ma queste esperienze li rendono un essere umano migliore? Penso di no. Personalmente non penso che renda nessuno più o meno un viaggiatore o un turista.
L’esperienza è ciò che conta
Secondo me ogni singola persona è un viaggiatore e un turista, non fa alcuna differenza se parti ogni anno per un’avventura brasiliana a lungo raggio dove decidi di soggiornare in una favela mentre impari il portoghese o se vai in soleggiata Spagna per una vacanza in famiglia con le persone che ami: sono entrambe esperienze valide e altamente personali che senza dubbio apprezzerai per il resto della tua vita. Dopotutto, viaggiare è sempre stato creare ricordi. Non pensare mai di dover viaggiare in un modo con cui non ti senti a tuo agio: sei l’unica persona che conosce veramente l’impatto che il viaggio ha su te stesso. Dopotutto, tutti impariamo e arricchiamo le nostre vite attraverso le nostre esperienze e quelle esperienze accadranno, non importa se sei un turista o un viaggiatore.
Non pensare mai di dover essere qualcosa che non sei quando viaggi. Questo è davvero importante. L’intera gerarchia che esiste sembra soppiantare così tanti “turisti” che hanno esperienze perfettamente valide, arricchenti e belle durante il viaggio – non sottovalutarlo mai. I turisti non sono meno viaggiatori di quanto i viaggiatori siano turisti: stiamo iniziando a creare un problema polarizzando entrambi questi modi di viaggiare.
Un impegno per noi travel-blogger
Probabilmente hai intuito che ho un vero problema con questi viaggiatori che fanno aspirare le persone a rientrare in una determinata categoria di viaggio. Penso che come blogger di viaggio abbiamo una reale possibilità di creare una comunità connessa di persone che esplorino il mondo in tutta la sua bellezza: non spingiamo un’agenda per rendere un modo di viaggiare migliore di altri o più invidiabile di altri. Non creiamo una divisione gerarchica che indebolisca i turisti ed elevi i cosiddetti viaggiatori e apprezziamo ogni singola esperienza e l’un l’altro con il rispetto che tutti meritiamo.